Gennaio 2019: Differenza tra età anagrafica ed età biologica ed importanza della genetica e degli stili di vita sulla longevità (GENOMA ed EPIGENOMA)

2 Gennaio 2019. Consigli del farmacista

Capita spesso di vedere due persone, nate nello stesso anno, che dimostrano però età differenti. Una sembra più giovane, a volte anche di molto, rispetto all’altra. E non è solo apparenza: quella che dimostra meno anni è realmente più giovane dal punto di vista biologico, anche se l’anagrafe le considera coetanee. Questo perché non tutti “invecchiano” nella stessa maniera. Questo può capitare anche per i gemelli: benché nati non solo nello stesso anno ma anche nello stesso giorno, e dotati di un DNA identico, se vengono esposti nella loro vita a stimoli diversi ed adottano uno stile di vita molto differente, essi tenderanno ad invecchiare a.. “velocità differente”!

Si definisce età anagrafica (o cronologica) la quantità di tempo in cui una persona è stata viva. L’età biologica rappresenta invece la vera età, e può essere (come già detto) ben diversa dall’età anagrafica: è stato visto che la discrepanza tra le due età può arrivare addirittura a 23 anni!!

L’età biologica rivela molto sulla salute generale e sul tasso di invecchiamento dell’individuo. Questo perché essa è determinata da vari fattori, come lo stile di vita, la genetica, l’esercizio fisico, le abitudini del sonno, la presenza o meno di fumo o di alcolici nella dieta, ecc…

Conoscere la propria età biologica è fondamentale per comprendere se si sta conducendo una vita sana e se, conseguentemente, si può aspirare ad avere un processo di invecchiamento rallentato e, soprattutto, esente da patologie.

La differenza tra individui con età anagrafica uguale ed età biologica diversa ha condotto i ricercatori a riconoscere alcuni marcatori biologici in grado di misurare l’età del corpo e, quindi, lo stato generale di salute (valutando principalmente la salute dei sistemi polmonare, parodontale, cardiovascolare, renale, immunitario, epatico e cerebrale).

Da tempo oramai la scienza è giunta alla conclusione che la vita dell’uomo può raggiungere i 120 anni di età: questo perché tale limite è scritto nei geni stessi. La “data di scadenza” dell’esistenza di un essere umano è indicata nel proprio patrimonio genetico (GENOMA), ma può essere modulata dall’EPIGENOMA (cioè tutta quella serie di input ambientali -quali guerre, carestie, malattie, fame, mortalità alla nascita, stress, inquinamento e soprattutto alimentazione scorretta e scarsa attività fisica- che, nel tempo, hanno ridotto di molto questo obiettivo). Per rendere il concetto più semplice, possiamo considerare il patrimonio genetico come il disco rigido di un computer (hardware) e l’epigenoma come il software che filtra gli input ambientali.

Il concetto dell’interazione tra genoma ed epigenoma ha radicalmente trasformato la prospettiva con cui guardare all’invecchiamento e alla longevità: ha introdotto cioè il principio che la durata della vita (sebbene sia geneticamente determinata) può essere regolata dall’uomo stesso. La longevità infatti è il risultato dell’interazione tra fattori genetici e fattori “ambientali” (esterni alla cellula). Questo significa che, anche se il DNA determina geneticamente la durata della vita, modificando l’ambiente esterno alla cellula (attraverso appunto gli stili di vita), è possibile influire sulla loro azione nei confronti del nostro organismo. Sostanzialmente si può concludere dicendo che, con comportamenti sani, si possono influenzare i processi di invecchiamento, riducendo il numero e la gravità delle malattie tipiche dell’età avanzata (come diabete, malattie cardiovascolari, neurodegenerative, e, non ultimi, i tumori). Queste patologie (tipiche della terza età) sono i principali responsabili di una vecchiaia senza salute e sono dovute a processi infiammatori, i quali vanno a modificare il genoma dell’organismo causando delle mutazioni ai geni che lo compongono. Tali mutazioni vanno ad agire in combinazione con l’azione degli stili di vita che vengano adottati e dell’ambiente in cui si vive. Si deduce facilmente che, per allungare e, soprattutto, per migliorare le nostre speranze di una vita lunga e sana, è importante intervenire proprio sugli stili di vita: non fumare, mangiare poco, ridurre le proteine animali e fare movimento fisico sono 4 scelte semplici che costano poco alle singola persona e quasi nulla alla comunità.