Aprile 2019: Le buone abitudini contro l’invecchiamento (fisico e mentale)

1 Aprile 2019. Consigli del farmacista

Abbiamo già accennato a come, nel corso del ventesimo secolo, sia profondamente mutata la nostra società dal punto di vista sociale ed economico. Questi cambiamenti sono in gran parte ascrivibili alle conquiste della scienza e, in special modo, ai progressi delle conoscenze mediche e farmacologiche. I progressi della farmacologia ci consentono oggi di curare molte malattie in modo più efficace rispetto al passato, permettendoci di fatto di vivere più a lungo (con un’aspettativa di vita alla nascita che ormai tocca gli 80 anni). Rispetto al secolo scorso però è cambiato drasticamente lo scenario in cui viviamo: inquinamento, stress, cibi raffinati e molto altro sottopongono ogni giorno il nostro organismo ad una guerra impari. Si è assistito (soprattutto negli ultimi decenni) ad un allungamento della vita media, che va però di pari passo con un peggior invecchiamento; il soggetto che invecchia, cioè, è sì più longevo, ma si ammala di più, e le patologie a cui va incontro sono solitamente croniche (come le malattie metaboliche o reumatiche o autoimmuni), oppure degenerative (come il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, tumori, ecc..).

L’obiettivo delle nuove generazioni deve essere quello di considerare l’invecchiamento non più come un male inevitabile, ma come una malattia curabile. E, per ottenere ciò, dovrà cambiare l’approccio: in che modo? Affrontando il “cattivo” invecchiamento, appena si manifesta, con le cure appropriate, ma, ancora meglio, anticipandone i primi segni (dato che i risultati della prevenzione sono decisamente migliori di quelli della lotta contro la malattia conclamata). Questo approccio risulta essere vincente perché l’invecchiamento in realtà è, sì, un processo determinato dal nostro DNA (per il 30%), ma è soprattutto determinato da un insieme di più fattori (quali, principalmente, l’alimentazione, lo stile di vita passato e presente, le malattie e i traumi subìti, le caratteristiche dell’ambiente familiare e sociale, gli interessi, l’espressione della creatività, ecc…).

Da tutto ciò si deduce che non esiste un’età precisa (e comune a tutti) in cui si comincia ad invecchiare (anche perché il processo all’inizio è impercettibile).

Quali sono le buone abitudini contro l’invecchiamento (o, meglio, contro l’invecchiamento “cattivo” -fisico e cerebrale-)?

–        esercizio fisico e mentale. Una attività fisica regolare attiva una serie di meccanismi anti-aging, combatte le malattie più pericolose e innalza anche il livello dell’umore (grazie alla liberazione delle endorfine). Un recente studio della University of Sydney rivela che camminare con passo svelto (alla velocità di 5-7 chilometri orari) “porta lontano”, riducendo il rischio di morte per tutte le cause (e in particolare per cause cardio-vascolari) del 24% (i benefici maggiori si riscontrano nei sessantenni e negli over 65, per i quali la riduzione del rischio supera il 50%). L’allenamento deve riguardare anche la mente: il cervello infatti ha bisogno della sua palestra, come il corpo! Importante quindi è mantenere, anche dopo i 65 anni, l’abitudine a leggere, ascoltare musica, conservare una vita attiva anche dal punto di vista sociale (coltivando relazioni sociali, mantenendo amicizie e dedicando una parte della propria vita agli altri).

–        restrizione calorica. Si definisce restrizione calorica la riduzione dell’apporto calorico giornaliero, accanto ad una accurata selezione dei cibi “giusti”.

–        impiego di integratori adeguati. Esistono numerosi sostanze di derivazione naturale che aiutano a contrastare i principali fattori che causano l’invecchiamento (cioè -come abbiamo già visto- l’infiammazione, l’accorciamento dei telomeri, l’ossidazione cellulare e una cattiva respirazione cellulare).

Quali sono dunque i principali segnali che indicano che si sta andando incontro ad un “cattivo” invecchiamento? – stanchezza e poca energia, – difficoltà a mantenere la concentrazione mentale, – perdita progressiva di memoria, – peggioramento della qualità del sonno, – aumento di peso, – rughe, macchie cutanee e perdita di tono della pelle, – sbalzi d’umore, – riduzione della vista, – disturbi intestinali.