“Tutte le malattie hanno origine nell’intestino” (Ippocrate, 460-370 a.C.)
A tutt’oggi, si può affermare che gli scienziati hanno dimostrato ciò che il medico Ippocrate aveva affermato 2500 anni fa: la maggior parte dei problemi di salute o malattie croniche deriva da un apparato digerente compromesso.
L’intestino è un sistema molto delicato e sensibile a tutto ciò che si mangia e si sente a livello emotivo. E’ dall’intestino che partono i processi di auto-riparazione e difesa dell’organismo; proprio dall’intestino, che è la sede del sistema immunitario, dell’assimilazione dei nutrienti-chiave, della produzione di numerose vitamine e di alcuni ormoni (come la serotonina), della protezione da agenti estranei e potenzialmente dannosi. Abbiamo già visto (nel precedente capitolo) quante connessioni ha il tratto gastrointestinale con gli altri organi nel nostro corpo. La mucosa intestinale, infatti, è strettamente collegata al sistema nervoso centrale (producendo neuropeptidi e neuroormoni), al sistema endocrino (producendo ormoni) e al sistema immunitario (producendo citochine): un sistema molto complesso che è una rete inestricabile di oltre cinquecento milioni di neuroni concatenati tra loro e distribuiti per oltre nove metri lungo tutto l’apparato digerente!
Da ciò si deduce facilmente quanto sia importante mantenere un corretto equilibrio del nostro microbiota intestinale. Se ciò viene meno (in conseguenza di alterazioni quali-quantitative del microbiota), si verificano delle condizioni che predispongono ad alterazioni profonde della mucosa intestinale (che perde la sua “impermeabilità”, permettendo di fatto a cellule e molecole pro-infiammatorie di diffondere e andare in vari distretti del nostro corpo). In conseguenza di questa disbiosi intestinale, si assiste al manifestarsi prima di patologie locali (come le malattie infiammatorie dell’intestino, le disbiosi, la sindrome del colon irritabile, l’ipersensibilità al glutine e la celiachia), poi di patologie extra-intestinali (come i disturbi dello spettro autistico, le sindromi ansioso-depressive, la malattia di Alzheimer, il diabete di tipo II, l’obesità, la psoriasi, l’artrite reumatoide, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, le infezioni respiratorie ricorrenti, le patologie allergiche e autoimmuni).
Dalle ultime indagini statistiche è emerso che 10-12 milioni di italiani sono affetti da disturbi digestivi, che trovano la causa primaria proprio nell’aumento della permeabilità intestinale: le pareti intestinali cioè (in conseguenza di stress, assunzione di sostanze chimiche, provenienti dagli alimenti e dall’atmosfera, carenza di enzimi, cattive abitudini alimentari, abuso di alcune classi di farmaci) non funzionano più in maniera ottimale, e cominciano a lasciar passare cibo indigerito, tossine e germi nel flusso sanguigno, causando così gravi danni a tutto l’organismo (dato che il sangue trasporta queste sostanze attraverso tutto il corpo).
Un elemento comune collega tutte queste patologie: l’infiammazione, in particolare l’”infiammazione cronica di bassa intensità” (detta in inglese “low grade chronic inflammation”), un killer silenzioso che, nel suo progredire, conduce prima ad una lesione della mucosa gastrointestinale, quindi alla sovracrescita di microorganismi potenzialmente patogeni e al manifestarsi delle patologie sopracitate. Un microbiota alterato, infatti, perde la propria funzione di controllo sull’infiammazione fisiologica della mucosa intestinale, facendola spostare verso la sua manifestazione patologica e le conseguenze che da questa prendono origine.
Fondamentale rimane, quindi, la prevenzione delle patologie cronico-degenerative e dell’invecchiamento. In che modo? Garantendo una corretta funzionalità del nostro apparato gastrointestinale, evitando farmaci che lo vanno ad alterare (come, appunto, gli antibiotici), mangiando lentamente, conducendo una vita tranquilla e priva di stress psico-fisici e adottando degli stili di vita corretti (soprattutto un’alimentazione sana, eliminando cibi industriali, alcolici, grassi saturi, sale, zuccheri e alimenti geneticamente modificati).