Spesso, con l’avanzare dell’età, si tende a diventare pigri nella lettura e nel continuare a utilizzare pienamente le proprie capacità cognitive, per cui lo scarso allenamento rappresenta un vero e proprio pericolo per il buon funzionamento cerebrale. Numerosi sono gli studi scientifici che dimostrano come chi più tardi smette di studiare più tardi invecchia: più tardi cioè tendono a manifestarsi il declino cognitivo, la perdita di memoria e di facoltà come apprendimento, attenzione, linguaggio. Questo perché è emersa negli ultimi anni una novità molto importante: la mente può non invecchiare!
Sono state scoperte infatti delle cellule staminali cerebrali in grado di rigenerare i neuroni perduti, rendendo il cervello plastico e potenzialmente rinnovabile per tutta la vita. Ciò significa che, anatomicamente, non esiste un decadimento cerebrale, salvo in presenza di malattie specifiche: con il tempo, anzi, aumentano le sinapsi, cioè le strutture che permettono i collegamenti tra neuroni. Negli anni, quindi, può capitare che si assista ad una perdita di memoria, mentre la capacità logica e creativa rimane e continua a svilupparsi.
Com’è possibile “nutrire” il nostro cervello (analogamente a come nutriamo il nostro corpo con gli alimenti)? Esistono molti modi: leggere, scrivere, ascoltare musica, fare le parole crociate o il sudoku, tenere viva la curiosità e, soprattutto, avere la consapevolezza che la propria produzione intellettuale non è uno sterile esercizio narcisistico, ma può diventare patrimonio condiviso dalle nuove generazioni. La longevità, quindi, deve essere considerata come un valore, e la matura età come una possibile risorsa, non come un peso per la società: in altre parole, gli anziani devono essere rispettati e onorati per la loro saggezza ed esperienza.
Messaggio questo che viene trasmesso chiaramente dagli abitanti dell’isola di Okinawa (Giappone): la seconda regola su cui si fonda il segreto della loro lunga vita è infatti lo YUIMARU, che indica proprio il senso di appartenenza e la consapevolezza dell’anziano di giocare un ruolo importante per la famiglia e la comunità.
Il segreto per mantenere il cervello sempre attivo, anche oltre 65-70 anni, è non perdere mai la curiosità, utilizzandola come stimolo per non impigrirsi, non isolandosi ma piuttosto continuando a muoversi, mantenendo rapporti e relazioni con le persone più vicine, e, nel contempo, conoscendo luoghi e persone nuove con cui condividere i propri interessi, prendendosi cura dei bisogni propri e altrui e non chiudendosi alle possibilità che ancora si possono realizzare, conservando uno spirito partecipativo nella realtà in cui si vive.
Tutto questo con la consapevolezza che la vita continua ad essere un lungo e intenso viaggio alla scoperta di sé e del mondo circostante, perché il corpo e la mente sono in piena
trasformazione, e tante ancora sono le esperienze che possono arricchire il tesoro acquisito fino a quel momento.
Quali sono dunque in sintesi le buone abitudini da mantenere per avere una mente giovane?
– Evitare i pensieri negativi e cercare sempre il lato positivo di ogni situazione;
– Accettare le sconfitte ed i cambiamenti: sono sfide che arricchiranno l’esistenza;
– Essere tolleranti verso gli altri, per esserlo anche con se stessi;
– Prendersi degli spazi per investire sul proprio benessere;
– Abbandonarsi all’amore e alla gioia di vivere;
– Dormire di più e prendersi delle pause per riposare, assaporando la vita e i suoi piaceri;
– Non essere impulsivi;
– Non pensare troppo al proprio passato, ma piuttosto guardare avanti;
– Non crearsi aspettative utopistiche sulla felicità;
– Allontanare chi critica sempre, chi si lamenta sempre, chi si vanta di essere più giovane, chi conduce uno stile di vita
scorretto e chi non apprezza le scelte altrui