La celiachia è una intolleranza alimentare permanente al glutine, che colpisce 1 individuo su 100.
Il glutine è un complesso proteico presente in alcuni cereali (frumento, orzo, segale, farro, kamut, spelta, triticale) e nei prodotti alimentari derivati. Gli alimenti non consentiti, se preparati con cereali tossici, sono quindi i seguenti: farina, semolino, pasta (fresca, secca, con o senza ripieno), prodotti da forno dolci e salati (pane, grissini, crackers, fette biscottate, pan carrè, focacce, pizza, biscotti, torte, ecc..) e ancora crusca, malto d’orzo, muesli e fiocchi di miscele di cereali. Trai cereali e i vegetali privi di glutine ci sono invece: riso e riso glutinoso, mais, patate, legumi (fagioli, lenticchie, piselli, ecc..), grano saraceno, castagne, miglio, sesamo, soia, sorgo, quinoa e amaranto.
L’introduzione di alimenti contenenti glutine determina, infatti, nelle persone geneticamente predisposte, una risposta immunitaria abnorme a livello dell’intestino tenue, con conseguente infiammazione e scomparsa dei villi intestinali: il cattivo assorbimento dei nutrienti ne è la logica conseguenza.
La dieta priva di glutine resta al momento l’unica terapia possibile per la celiachia, poiché consente la completa normalizzazione della mucosa intestinale, con “ricrescita” dei villi ad altezza normale e scomparsa dei sintomi eventualmente presenti.
Nel bambino, solitamente, l’intolleranza al glutine si manifesta a distanza di circa qualche mese dall’introduzione del glutine nella dieta, con un quadro clinico caratterizzato da diarrea, vomito, anoressia, irritabilità, arresto della crescita o calo ponderale.
La celiachia può colpire anche nell’età adulta (ad esempio, a seguito di un evento stressante, come la gravidanza, un intervento chirurgico o una infezione intestinale). In questo caso, i sintomi più frequenti sono crampi, debolezza muscolare, formicolii, emorragie, gonfiore alle caviglie, dolori ossei, facilità alle fratture, alterazioni cutanee, afte, disturbi psichici.
Importanti, e qualche volta irreversibili, le malattie determinate da una diagnosi tardiva: osteoporosi, infertilità, diabete, artrite reumatoide, epatite cronica attiva, alterazione della tiroide, aborti ripetuti, bassa statura nei ragazzi, epilessia con calcificazioni cerebrali e il temutissimo linfoma intestinale.
La diagnosi di celiachia viene effettuata mediante una biopsia della mucosa intestinale.
Una volta formulata la diagnosi, la dieta senza glutine deve essere condotta con estremo rigore, perché l’assunzione, anche in piccole quantità, del glutine può mantenere le lesioni della mucosa.
Rispettare una dieta rigorosamente priva di glutine non è una cosa drammatica (grazie all’ampia scelta di prodotti oggigiorno proposti dall’industria alimentare); discorso diverso e più complesso riguarda la dieta senza glutine al di fuori dell’ambito domestico (quindi nelle mense scolastiche e nei locali di ristorazione aperti al pubblico).
Fortunatamente, al giorno d’oggi, è aumentata tantissimo la consapevolezza di questa malattia, di conseguenza è diventato molto più semplice gestirla con tranquillità e con la garanzia di una dieta sicura e varia.