Secondo i dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il fumo di sigaretta rappresenta la seconda causa di morte a livello mondiale, nonché la prima causa di morte evitabile!! Ogni anno, circa 6 milioni di persone muoiono a causa dei danni da fumo; il 10% di questi sono soggetti non fumatori esposti al fumo passivo.
L’OMS prevede che il numero complessivo dei decessi correlati al tabacco passerà dai 100 milioni del ventesimo secolo a un miliardo nel ventunesimo secolo, a meno che non vengano prese misure urgenti. Una misura molto efficace per ridurre il consumo del fumo può consistere in una implementazione piena delle tasse sul tabacco, delle leggi anti-fumo, del divieto di pubblicità e del supporto attraverso leggi rigorose.
Da una ricerca siglata da una serie di Università canadesi, volta a valutare i trend relativi al fumo di sigaretta in 71 nazioni del mondo a partire dal 1970, emerge una netta riduzione del consumo di sigarette dagli anni ‘70 ai giorni nostri in quasi tutte le nazioni considerate, con l’eccezione di Cina, Indonesia e Russia, dove, negli anni immediatamente successivi al collasso della ex-Unione Sovietica, il consumo di sigarette è raddoppiato.
Per quanto riguarda i dati relativi al fumo di sigaretta nel Bel Paese, la maggioranza degli adulti 18- 69enni non fuma (57%), oppure ha smesso di fumare (17%), ma 1 italiano su 4 ancora fuma (25%). Il fumo di sigaretta è più frequente tra le classi socio-economiche più svantaggiate (meno istruite e/o con maggiori difficoltà economiche) e negli uomini. Il consumo medio giornaliero è di circa 12 sigarette, tuttavia quasi un quarto dei fumatori ne consuma più di un pacchetto.
La variabilità territoriale mostra, in testa alla classifica delle regioni con le più alte quote di fumatori, alcune del Centro-Sud, in particolare Umbria, Abruzzo, Lazio e Sicilia. Anche in Emilia Romagna la prevalenza di fumo resta elevata. La regione Marche si pone nella media italiana, per quanto riguarda la quota dei fumatori e degli ex fumatori.
Ancora troppo bassa l’attenzione degli operatori al fumo: solo 1 fumatore su 2 riferisce di aver ricevuto il consiglio di smettere di fumare da un medico o da un operatore sanitario.