Il diabete è una condizione patologica che si realizza quando l’organismo non è in grado di utilizzare tutta la quantità di glucosio assimilabile attraverso la mucosa intestinale. L’alterazione metabolica di base sta nel deficit dell’insulina, ormone deputato al riassorbimento del glucosio dai tessuti, Come conseguenza, si accumula nel sangue una eccessiva quantità di zuccheri – definita “iperglicemia”-, che a lungo andare e se non curata comporta numerosi rischi e complicazioni, da quelle meno gravi (affaticamento, offuscamento della vista) a quelle più gravi (malattia cerebrovascolare, coronaropatia, cataratta e retinopatia diabetica, osteoporosi diffusa, lesioni renali ed epatiche, ecc..). I valori normali di glicemia pre-prandiale (cioè a digiuno) sono compresi tra 90 e 130 mg\dl, mentre quelli di glicemia post-prandiale devono essere inferiori a 180 mg\dl.
LA PREVENZIONE DELLE CRISI IPERGLICEMICHE
La prevenzione delle crisi iperglicemiche si basa sul controllo continuo e preciso della glicemia da parte del soggetto diabetico, e sulla corretta regolazione del dosaggio di insulina in chi ne fa uso.
I sintomi di iperglicemia che compaiono subito sono:
- sete
- aumento dell’appetito
- frequente minzione (stimolo ad urinare)
- disidratazione (sensazione di bocca secca, labbra screpolate, occhi infossati, pelle secca e arrossata)
- perdita di peso
Con il peggiorare della situazione si possono osservare:
- dolore addominale e alito di “frutta marcia” (chetoacidosi diabetica)
- vomito
- debolezza
- confusione
DIABETE GIOVANILE E SENILE
Il diabete mellito si divide in due tipi: giovanile (o di tipo 1) e senile (o di tipo 2).
Il diabete giovanile solitamente insorge in tenera età, se non addirittura alla nascita, e deve essere necessariamente curato con l’assunzione ad intervalli costanti di adeguate quantità di insulina. Il diabete senile invece sopraggiunge in tarda età, e può essere curata talvolta anche solo con un cambiamento nello stile di vita e nell’alimentazione.
La malattia diabetica ha numerose cause, di cui una importante è sicuramente l’ereditarietà, ma nel caso del diabete di tipo 2 spesso i fattori più importanti che intervengono sono legati ad una scorretta alimentazione e ad una scarsa attività fisica.
Per quanto riguarda la dieta ideale di un soggetto diabetico, o potenzialmente tale, la prima regola è quella di ridurre l’apporto calorico giornaliero, anche se non esiste una dieta standard valida per tutti i diabetici, ma piuttosto dei riferimenti generali a cui tutti questi soggetti dovrebbero attenersi. Dal punto di vista qualitativo la maggiore attenzione dovrà essere rivolta ovviamente alla riduzione della quantità dei carboidrati, badando di non incorrere nell’errore di ridurre oltre un certo limite tali sostanze. Salvo casi eccezionali, si dovranno evitare gli zuccheri ed i dolci perché la rapidità del loro assorbimento provocherebbe sbalzi notevoli della glicemia, mentre si preferiranno gli amilacei (pane e pasta). Importante è anche frazionare l’assunzione dei carboidrati durante il giorno, così da ridurre il rischio di bruschi rialzi glicemici. I grassi devono essere dati con una certa prudenza, sia perché solitamente il diabetico ha anche problemi di sovrappeso sia perché i cibi grassi possono peggiorare la condizione di iperglicemia. Di norma la quota lipidica, di preferenza vegetale, non dovrebbe superare i 65-90 grammi nelle 24 ore. Più elastico può essere il comportamento per quanto riguarda la quota proteica, di regola 1-1,50 grammi\kg di peso corporeo in un soggetto adulto, tenendo conto però delle esigenze di ogni singolo individuo e dell’età.