La sigaretta elettronica

30 Novembre 2021. News

In base alle linee guida internazionali per promuovere la cessazione della dipendenza dal fumo, sono ritenute valide varie indicazioni, diversamente integrate ed integrabili:

  • protocollo ad indirizzo psicologico comportamentale (colloqui motivazionali);
  • utilizzo dei sostituti della nicotina;
  • terapia farmacologica (vareniclina e/o bupropione).

In aggiunta a tutto ciò, una via utilizzabile può essere anche la SIGARETTA ELETTRONICA (anche definita e-cig).

La prima sigaretta elettronica è stata messa a punto da un farmacista cinese, un tale Hon Lik, con un obiettivo molto personale: smettere di fumare, ovviamente. Il vizio del fumo aveva ucciso suo padre, e lui era fortemente intenzionato a non fare la stessa fine. Oggi Lik è diventato un uomo ricco, ma non sappiamo se sia riuscito nell’intento di smettere di fumare.

Le e-cig contengono una quantità variabile di nicotina (in genere, tra 6 e 24 mg), in una miscela composta da acqua, glicole propilenico, glicerolo ed altre sostanze (tra cui gli aromatizzanti). Alcuni modelli non contengono nicotina, ma solo un vapore aromatizzato.

Il meccanismo di funzionamento della sigaretta elettronica si basa su un principio molto semplice: sostituire la combustione con la vaporizzazione.

Già negli anni ’60 del secolo scorso numerosi studi dimostrarono come l’effetto cancerogeno delle sigarette tradizionali fosse collegato alla combustione delle sostanze utilizzate per la raffinazione del tabacco. Quando si accende una sigaretta, sulla cima –dove si forma la brace- si sviluppano fino a 800 °C di temperatura: le sostanze che si formano (per combustione, appunto) sono cancerogene. Il problema serio per la salute non deriva, quindi, dalla nicotina in quanto sostanza.

Come fare dunque ad eliminare questa fase e rendere il fumo meno pericoloso? La risposta giunta dagli studi scientifici è stata appunto l’utilizzo della vaporizzazione. Tramite un apposito atomizzatore, questo processo permette di trasformare un liquido contenente una percentuale variabile di nicotina in vapore, riproducendo così la sensazione e il gusto delle sigarette, senza tuttavia produrre CATRAME e MONOSSIDO DI CARBONIO, le due sostanze più dannose prodotte dalla combustione del tabacco. Questo processo è proprio quello che si verifica con l’impiego della sigaretta elettronica.

Un vantaggio della e-cig è che questo metodo, rispetto ad altri, permette di mantenere la gestualità delle sigarette tradizionali; inoltre, esso evita le crisi di astinenza, in quanto la e-cig contiene al suo interno la nicotina (che, come abbiamo già detto diverse volte, è la sostanza responsabile della dipendenza fisica e psicologica).

In definitiva, dunque, la e-cig è consigliata o sconsigliata per coloro che desiderano smettere di fumare?

La Cochrane Collaboration (punto di riferimento internazionale per una corretta informazione nell’ambito della salute), dopo aver valutato numerosi studi scientifici, ha dichiarato che la sigaretta elettronica a base di nicotina aumenta la probabilità di smettere o di ridurre la quantità di sigarette fumate. Le e-cig, quindi, sono meno dannose per la salute rispetto alle sigarette tradizionali (sebbene non siano innocue- sia che il loro vapore contenga o meno nicotina, sia che esso venga inalato attivamente o invece passivamente, stando vicino a chi la sta usando).

Nonostante la discussione tra favorevoli e contrari sia ancora aperta, è possibile sostenere che, in generale, la sigaretta elettronica rappresenti una valida alternativa alla sigaretta tradizionale ed un buon alleato per chi prova da anni, senza successo, a smettere di fumare con metodi più o meno invasivi. La possibilità di regolare la percentuale di nicotina da vaporizzare, infatti, aiuta a diminuire progressivamente il bisogno di questa sostanza senza incorrere nei fastidiosi effetti collaterali, caratteristici (come già detto) della sindrome di astinenza conseguente all’interruzione del fumo di sigaretta.

Non essendoci un pronunciamento chiaro del mondo scientifico internazionale, i legislatori italiani hanno preferito mantenere una linea di cautela. In conseguenza di ciò, in Italia, nel 2013 è stato disposto il divieto di vendita della e-cig ai minori di anni 18.