PIANTE PER LA PULIZIA DEL FEGATO

2 Gennaio 2023. News

Il fegato è una ghiandola fondamentale per il metabolismo umano, la più grande del nostro corpo. Essa è collegata all’apparato digerente, e svolge (attraverso la produzione della bile) numerose funzioni, utili da una parte alla digestione degli alimenti, dall’altra alle difese dell’organismo e all’eliminazione delle sostanze tossiche e dei residui dei farmaci. Le malattie del fegato possono essere causate da difetti congeniti (presenti sin dalla nascita) o acquisiti (ad esempio per l’azione tossica di alcool, farmaci o tossine), oppure per deficit nutrizionali, traumi, disordini metabolici ed infezioni virali. Le malattie epatiche più comuni sono: – epatiti (a, b, c, d, e); – steatosi epatica; – cirrosi.

I sintomi più comunemente associati alle malattie del fegato comprendono: -ittero (colorazione giallognola della cute e delle sclere oculari); – perdita di appetito; – stanchezza, malessere e importante perdita di peso; – colorazione scura delle urine o chiara delle feci.

Esistono dei rimedi naturali che possono essere di aiuto per la loro funzione di “pulizia” e “rinnovamento” del fegato:

 

  • Carciofo (cynara scolimus): per l’alto contenuto di cinarina, è uno stimolante della secrezione biliare ed un eccellente epatoprotettore. Agisce sul metabolismo lipidico diminuendo la produzione di colesterolo e trigliceridi endogeni. Nel caso di ritenzione idrica, può essere di supporto grazie alle azioni diuretiche e disintossicanti. E’ sconsigliato in caso di occlusione delle vie biliari e durante l’allattamento.

 

  • Cardo mariano (silybum marianum): in virtu’ del suo principio attivo silimarina, è usato per la sua azione antiossidante e per il trattamento delle affezioni a carico del fegato (principalmente epatosteatosi ed epatiti croniche), causate da farmaci, alcol, tossine varie (come i funghi), in cui sia rilevato un danno anatomo-funzionale, dato che è in grado di effettuare un’azione rigeneratrice nei confronti della cellula epatica (stimolandone la rigenerazione e stabilizzandone le membrane cellulari). La sua azione si traduce in una scomparsa completa dei sintomi clinici (quali astenia, inappetenza, grave meteorismo, dispepsia, sub-ittero) e con la normalizzazione delle transaminasi del fegato. Si consiglia cautela nei soggetti con ipertensione e nelle donne con elevati livelli di prolattina.

 

  • Tarassaco (taraxacum officinale): viene sfruttato come diuretico, coleretico (in quanto aumenta l’afflusso della bile nel duodeno), tonico, depurativo e disintossicante, stimolante l’attività epatica, blandamente lassativo. Si impiega nella cura dell’ipercolesterolemia, in tutti i casi di stanchezza dovuta ad un fegato pigro, nelle turbe digestive, nella tendenza alla ritenzione idrica, alla cellulite, all’obesità, alla stitichezza ed alle emorroidi. E’ contoindicato in caso di infiammazione ed occlusione delle vie biliari e in presenza di gastriti ed ulcere.