Valeriana (Valeriana officinalis) PARTI UTILIZZATE: RADICE E RIZOMA
Pianta erbacea perenne, a fusto dritto, foglie alterne e fiori di colore di colore bianco o rosa. Il rizoma emana un odore penetrante, caratteristico e sgradevole, che aumenta con l’essiccazione. Predilige i luoghi umidi, dalla pianura alle zone montane fino a 2400 metri, di Europa, Asia settentrionale, Giappone, Americhe. Per le sue azioni sedativa/ansiolitica/spasmolitica, la Valeriana è indicata negli stati di tensione, in caso di irrequietezza con difficoltà a prendere sonno, sindromi ansiose (ansia di anticipazione, tensione prima di un esame), nervosismo, spasmi, cefalea, emicranie, crampi gastrointestinali di origine nervosa, affaticamento e insonnia da eccessivo lavoro. Inoltre, nel soggetto fumatore, il suo utilizzo comporta sensazioni sgradevoli, perciò essa viene impiegata anche nelle cure di disintossicazione tabagica. Non provoca assuefazione, ma attenua i riflessi nelle ore successive all’assunzione. È sconsigliato l’uso in gravidanza ed in allattamento. Evitare la contemporanea assunzione di farmaci sedativi, ansiolitici ed antistaminici e di bevande alcoliche (per una possibile sinergia di azione).
Iperico (Hypericum perforatum) PARTI UTILIZZATE: SOMMITA’ FIORITE
Pianta erbacea perenne, con fusto eretto, alta da 30 a 80 cm. I fiori sono di color giallo-oro con macchioline nere ai margini e, strofinandoli tra le dita, danno un colore rosso scuro. Presente in tutto il mondo, predilige terreni erbosi, asciutti, soleggiati e boschi radi. Per uso interno, l’iperico si utilizza per le sue azioni sedativa/antidepressiva/spasmolitica, nelle seguenti indicazioni terapeutiche: stati depressivi, ansia, tensione, insonnia, malumore, agitazione nervosa, gastrite e ulcera (in virtù delle proprietà lenitive e cicatrizzanti dell’olio). Non deve essere impiegato in gravidanza e allattamento; un’eccessiva esposizione al sole durante il trattamento può provocare fenomeni di fotosensibilizzazione, specie in soggetti dalla carnagione chiara. Inoltre l’iperico, avendo azioni anche a livello epatico, è in grado di interferire con l’attività di alcuni farmaci, dei quali può ridurre o aumentare la concentrazione ematica (precisamente, farmaci antidepressivi, immunosoppressori, chemioterapici, anticoagulanti e contraccettivi orali).
Passiflora (Passiflora incarnata) PARTI UTILIZZATE: PARTI AEREE
Detta anche “fiore della passione” per gli elementi del fiore che ricordano gli strumenti della passione di Cristo, è un arbusto rampicante esotico, originario delle foreste umide dell’America tropicale, successivamente importato in Europa e qui coltivato a scopo ornamentale e medicinale. La Passiflora trova impiego per le sue proprietà ansiolitica/sedativa/antispasmodica/ipotensiva, nelle problematiche di ansia, turbe del sonno, nervosismo, agitazione, astenia psichica, esaurimento psichico, stati di ipereccitabilità nervosa evidenziati da angoscia, inquietudine, mancanza di riposo fisico e mentale, insonnia legata ad uno stato depressivo, disturbi gastrointestinali di origine nervosa (come colite e gastrite). Non sono segnalati effetti tossici o secondari rilevanti, inoltre non provoca stordimento al risveglio, nè assuefazione per uso prolungato. Sì sconsiglia l’uso in gravidanza ed allattamento e in caso di assunzione concomitante di farmaci ad attività sedativo-ipnotica (per evitare una sinergia d’azione).