Ginkgo (Ginkgo biloba) PARTI UTILIZZATE: FOGLIE
Pianta arborea che raggiunge i 30-40 metri, con le foglie dalla forma tipica a ventaglio, leggermente bilobate. Pianta antichissima, originaria del Mesozoico (circa 200 milioni di anni fa), è sopravvissuta fino ai nostri giorni e, in Cina e in Giappone, ai peggiori inquinamenti del ventesimo secolo, ed in particolare ai residui radioattivi della bomba atomica di Hiroshima. È diffuso attualmente anche alle nostre latitudini. L’azione del Ginkgo si esplica principalmente come anti-radicalico (combatte i radicali liberi) e con un aumento della vascolarizzazione tissutale, sia centrale (insufficienza circolatoria cerebrale, sequele da ictus, sindromi vertiginose, cefalee, involuzione senile precoce, perdita della memoria, depressione), sia periferica (arteriopatia arti inferiori). Gli effetti collaterali a dosaggi terapeutici sono rari. Va posta particolare attenzione in caso di concomitante assunzione di farmaci come acido acetilsalicilico, warfarin, e altri anti-coagulanti ed antiaggreganti, oltre che paracetamolo, caffeina, benzodiazepine.
Eleuterococco (Eleutherococcus senticosus) PARTI UTILIZZATE: RADICE
Pianta perenne eretta, alta 1,5-2,6 metri, spinosa, con corteccia grigio marrone, foglie palmate. Originario della Russia nord orientale, della Cina, della Corea del Sud e del Giappone, cresce in climi temperato-freddi fino a 800 metri. L’Eleuterococco viene definito “Ginseng siberiano” perché condivide con il Ginseng numerose proprietà, ed è molto diffuso nella Siberia. Esso viene sfruttato per le sue proprietà antistress, antifatica, di tonico generale ed adattogene (è cioè capace di indurre una risposta ottimale di adattamento in condizioni ambientali sfavorevoli, in virtù della stimolazione del sistema nervoso centrale e delle ghiandole endocrine). Trova impieghi in caso di astenia o esaurimento o stress, ipotensione arteriosa, convalescenza, senilità o invecchiamento precoce, per migliorare la concentrazione e/o le prestazioni atletiche. Una posologia protratta nel tempo o eccessiva può portare a cefalee, aumento della pressione arteriosa, insonnia. E’ sconsigliato l’uso nei bambini e nei casi di ipertensione, stati febbrili acuti, terapie con ansiolitici/sedativi, gravidanza.
Ginseng (Panax ginseng) PARTI UTILIZZATE: RADICE
Pianta erbacea perenne, con radice costituita da un tubero biforcato, fusiforme e cilindrico, lungo 10-20 cm, al aspetto antropomorfo. Il fusto è lungo 30-50 cm, i fiori sono di colore giallo-verde e il frutto è una bacca rossa. Cresce spontaneamente tra le zone montane della Corea del Nord ed il nord-est della Cina. In Cina, nello specifico, da più di 2000 anni gode della reputazione di essere un tonico, un afrodisiaco e un elisir di lunga vita. Il Ginseng ha proprietà adattogene (analogamente all’Eleuterococco, innalza la resistenza fisica contro gli stress ambientali, aumenta l’efficienza generale in situazioni di carico, previene l’insorgenza di malattie), antistress, immunostimolanti, toniche, di stimolante nervino. Esso viene quindi impiegato nei casi di surmenage fisico, intellettivo, sessuale, oltre che di affaticamento, astenia, esaurimento psicofisico, depressione, convalescenza. Vanta inoltre virtù afrodisiache e capacità di combattere l’impotenza. Poiché contiene caffeina, il Ginseng va somministrato con cautela in soggetti affetti da ipertensione, tachicardia, insonnia, ipertrofia prostatica, malattie autoimmuni, insufficienza epatica e renale. Non somministrare prima della pubertà e in gravidanza/allattamento. Si sconsiglia l’uso in concomitanza di anticoagulanti, sedativi, ansiolitici, estrogeni, corticosteroidi, cardiotonici.