Le piante per i dolori muscolari e articolari

4 Ottobre 2023. News

Arnica (Arnica montana) PARTI UTILIZZATE: FIORI E RADICE

Pianta erbacea perenne con fusto eretto, alta 20-60 cm, dai grandi capolini di colore giallo-arancio e dal gradevole odore aromatico. Si trova in Europa, dalla penisola iberica alla Scandinavia, e predilige terreni poveri e silicei di zone montane (da 500 a 2500 metri s.l.m.). Nota fin dall’antichità come “Pianta per il traumatizzato”, l’Arnica nel 1600 è diventata “La Panacea dei traumi”. Essa trova indicazione nelle manifestazioni conseguenti a traumi fisici (cadute, contusioni, distorsioni) quali edemi, ematomi, ecchimosi, manifestazioni emorragiche, versamenti articolari post traumatici, ma anche nel trattamento di lombalgie e lombosciatalgie. L’Arnica può essere impiegata solo per uso esterno (in assenza di lesioni cutanee), in quanto per uso interno provoca numerosi effetti collaterali (come gastriti, tachicardia, nausea, vomito, diarrea, emorragie, vertigini). Per uso esterno, nei soggetti che manifestano ipersensibilità, l’Arnica può causare reazioni allergiche (che si manifestano sottoforma di eruzioni cutanee pruriginose, ulcere o vesciche).

 

Artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens) PARTI UTILIZZATE: RADICE

Pianta erbacea perenne, con lunghi germogli, foglie lobate e fiori singoli, color rosso-violetto. Originaria dell’Africa del Sud, della Namibia e del Botswana, cresce sui terreni sabbiosi e argillosi della savana e del deserto del Kalahari. L’Artiglio del diavolo vanta proprietà antinfiammatorie, analgesiche, spasmolitiche, utilizzate per la cura di affezioni reumatologiche croniche (come gotta, cervicoartrosi, dolori articolari dello sportivo, lombartrosi, coxartrosi, gonartrosi, reumatismo degenerativo), ma anche per la cura di dispepsie e spasmi intestinali. L’Artiglio del diavolo si impiega sia per uso interno sia per uso esterno (su cute non ferita). Non va utilizzato in gravidanza né in caso di ulcera gastrica e duodenale. Si consiglia vigilanza in caso di assunzione concomitante di cortisonici e farmaci antinfiammatori non steroidei. E’ stata segnalata una potenziale interazione con farmaci anticoagulanti, come il warfarin (possibili emorragie), con ipoglicemizzanti orali e ipotensivi (per sinergia d’azione).

 

Equiseto (Equisetum arvense) PARTI UTILIZZATE: FUSTI

Pianta erbacea perenne, molto diffusa nei luoghi umidi nei prati e lungo fossati e ruscelli di Eurasia, Africa e America Settentrionale. La Coda cavallina (come è comunemente denominata questa pianta in virtù della sua caratteristica forma) è ricca in sali minerali (soprattutto Potassio e Silicio), che svolgono un’azione remineralizzante generale e diuretica. Per uso interno, si impiega, in particolare, per la cura di fratture da osteoporosi, rachitismo, forme reumatiche, ma anche in caso di unghie e capelli deboli, astenia e durante l’accrescimento. Esso inoltre stimola il tessuto connettivo (è quindi particolarmente indicato per facilitare la ricostruzione della cartilagine nel corso di malattie articolari) e svolge anche un’azione sull’elasticità dei tendini e delle pareti vascolari (divenendo così un importante prodotto per gli sportivi). Non sono noti effetti secondari nè tossici e le dosi terapeutiche. Prestare attenzione all’uso concomitante di farmaci diuretici (per possibile sinergia di azione).